6 maggio 2011

GIRO, SFIDA AL "PISTOLERO" CONTADOR

Sarà un Giro nel segno dei 150 anni dell'Unità d'Italia quello che prenderà il via domani dalla reggia di Venaria, culla del potere sabaudo. Un'edizione che, doping permettendo, sembra promettere veramente bene. I big ci sono tutti. E vogliono vincere.

Il primo della lista è sicuramente lo spagnolo Alberto Contador, già vincitore della corsa rosa 2008 e dominatore delle ultime due edizioni del Tour de France. Il corridore che quando vince non alza le braccia al cielo ma "spara'" è braccato dall'antidoping per colpa di una bistecca sospetta che potrebbe costargli la prossima Grande Boucle ma al Giro comunque ci sarà. E' lui il grande favorito. E i nostri? Ci sono e possono dire la loro. Dopo essere salito sul podio l'anno scorso e aver vinto la Vuelta per Vincenzo Nibali è giunta l'ora della consacrazione. E' la sua grande occasione. Grandi speranze le nutre anche Michele Scarponi. A sfidare Contador però non saranno solo ciclisti nostrani.

Ci sarà il russo Denis Menchov, che un Giro l'ha già vinto, senza dimenticare un altro iberico che nelle grandi corse a tappe dice sempre la sua: Carlos Sastre. Tra le possibili rivelazioni occhio al ceco Roman Kreuziger, il suo nome ai profani delle due ruote non dice molto ma tra gli addetti ai lavori se ne parla un gran bene e questo Giro d'Italia potrebbe essere il suo definitivo trampolino di lancio. Gli assenti, come si suol dire, hanno (quasi) sempre torto. Se possiamo perdonare l'ultimo vincitore della corsa, Ivan Basso, che ha deciso di non difendere la maglia rosa per puntare tutto sul Tour de France, non possiamo dire altrettanto di chi resterà a casa per squalifiche e/o sospensioni legate al doping.

L'ennesima inchiesta ha tagliato tre possibili protagonisti come Damiano Cunego, Alessandro Ballan e Marzio Bruseghin. Chi invece si è fatto fuori da solo (e non è un modo di dire, stava davvero per farsi fuori con un'autotrasfusione artigianale) è Riccardo Riccò, recidivo, che con le sue sacche di sangue nel frigorifero di casa, manco fossero vasetti di yogurt, si è buttato via.

Ma il Giro non è solo la lotta per la maglia rosa. E' l'entusiasmo, nonostante gli scandali, della gente sulle strade, è la fatica dei gregari (a proposito, siamo curiosi di vedere in questa veste un ex capitano come Danilo Di Luca), sono i duelli gomito a gomito tra i velocisti, la gloria per una vittoria in un tappone di montagna: quest'anno il menu “offre” il Sestriere, il Mostro Zoncolan e un'affascinante scalata sulle pendici dell'Etna. Tutto è pronto, in sella, si parte.

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