24 dicembre 2011

VIGILIA

Non sono una persona particolarmente sensibile ma ogni volta che arriva il Natale non posso fare a meno di (ri)ascoltare questo pezzo. Non so se è una canzone, una poesia o una pièce teatrale. Però emoziona, tocca, commuove. Dedicata a tutti quelli che in questi giorni di festa, per un motivo o per l’altro, si sentono avvolti da una malinconia “talmente grande che ancora non si è esaurita del tutto”.


17 novembre 2011

DUNQUE...

Mi scuso con i miei cinque lettori se non ho più aggiornato questo blog ma quelle appena trascorse son state settimane davvero allucinanti. Però mi sono dato intensamente a Twitter come forse qualcuno di voi ha potuto notare...

15 settembre 2011

MONDIALI RUGBY | TUTTI CONTRO GLI ALL BLACKS

Non puoi batterli, al massimo può capitare di fare qualche punto più di loro. Il proverbio, un vecchio adagio del regno di Ovalia, solitamente si rispolvera per omaggiare le squadre leggendarie, quelle circondate da un’aura di mito. E quando la parola rugby incontra la parola mito il risultato può essere soltanto uno: All Blacks.

Il 9 settembre in Nuova Zelanda è scattata la settima edizione della Coppa del Mondo e non ci sono dubbi: sono loro la squadra da battere. Anche perché giocano in casa e fallire l'appuntamento con la storia proprio non si può. Un intero Paese si è vestito a festa ed è pronto a celebrare il suo trionfo. Per rendere l’idea: il 23 ottobre, giorno della finalissima di Auckland, scuole e uffici resteranno chiusi. Tutti devono partecipare al glorioso evento. Perché, ovvio, per i neozelandesi quel giorno ad alzare la Webb Ellis Cup saranno gli All Blacks.

Ma non sarà facile. Le potenze della palla ovale ci sono tutte e sono pronte a dare battaglia. C'è l'Australia, fresca vincitrice del Tri Nations, il Sudafrica campione in carica, l'Inghilterra dell'eterno Wilkinson e la Francia capace di qualsiasi impresa (nel bene e nel male) contro chiunque.

Questa la prima fascia. Subito a ridosso l'Argentina. I Pumas forse non saranno al livello dei mostri sacri sopracitati ma di sicuro sono il XV che più si avvicina loro. E il terzo posto conquistato nella rassegna iridata di quattro anni è li a confermarlo. A ruota il resto della compagnia del Sei Nazioni: Scozia, Galles e Irlanda. Paesi che vivono di e per il rugby e che di certo non sono andate nell’emisfero sud per raccogliere le briciole.

E l'Italia? Il nostro obiettivo dichiarato è sempre il solito; superare, per la prima volta, lo scoglio della fase a gironi e approdare ai quarti di finale. L'impresa è ardua ma possibile. Consegnato de facto il primo pass del raggruppamento ai Wallabies australiani il vero avversario degli azzurri saranno gli irlandesi. Il resto della compagnia, formato da russi e statunitensi, non dovrebbe infatti darci troppi pensieri e i guerrieri di Nick Mallett (che comunque vada lascerà la panchina, al suo posto è stato già ingaggiato il francese Jacques Brunel) hanno tutte le carte in regola per riuscire nell’impresa.

Dopo la gara d’esordio con l’Australia le sensazioni sono infatti decisamente positive. Nonostante la prevedibile sconfitta finale Parisse e compagni per un tempo hanno tenuto botta e fatto la faccia cattiva al cospetto di una delle grandi potenze del rugby mondiale. Se il 2 ottobre all'Otago Stadium di Dunedin contro gli irlandesi riusciremo a farne un'altra, magari mantenendola per tutta la partita, possiamo farcela.


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14 settembre 2011

C'È 0-2 E 0-2...

Due partite, due 0-2. Contro Nocerina e Varese il Livorno ha messo in luce tutte le contraddizioni, sue e del campionato di serie B. Contro i molossi tutto ciò che poteva andare storto è andato storto, arbitraggio compreso. Tuttavia la prestazione non era stata da buttare e, soprattutto nel primo tempo, i bimbi di Novellino avevano espresso un gioco discreto. Poi nella ripresa, il patatrac: gol incassato, squadra che si disunisce, avversari gasati che corrono come ossessi, contropiede fatale, eurogol della domenica e buonanotte. Succede, al Livorno però negli ultimi tempi, soprattutto in casa, succede un po' troppo spesso. E va bè.

Sei giorni dopo in quel di Masnago, inviolato da oltre tre anni, un altro 0-2, stavolta per noi. E paradossalmente, la vittoria arriva al termine di una partita di rara bruttezza. Primo tempo spigoloso poi nellaripresa si accendono le Luci e la gara prende un'altra piega, complice anche un Varese davvero lontano anni luce dalla squadra rivelazione dello scorso anno. Basta un episodio e le partite girano. Frase di una banalità sconcertante, mi rendo conto, ma è così.

Al prossimo giro al Picchi salgono le Vespe del nostro amico Tomas. Canzonato, stimato, talvolta odiato il buon Danilo resterà in ogni caso, nel bene e nel male, nella storia amaranto. E a buon diritto. Il Drago Lituano magari non verrà ricordato per le prodezze (anche se la doppietta nei playoff col Grosseto e il primo gol "europeo" del Livorno contro il Pasching resteranno negli annali) però ha sempre onorato con corsa e dedizione la maglia amaranto. Ed è per questo che in fondo gli vogliamo bene.

2 settembre 2011

MERCATO LIVORNO | STAVOLTA NON E' ANDATA COSI MALE

Considerato che, volenti o nolenti, il presidente è quello che è, direi che la campagna acquisti (e cessioni) del Livorno merita un bel 6,5 pieno. Spinelli, a differenza degli scorsi anni, non ha ceduto nessun big al fotofinish, nemmeno Paulinho, richiesto da più parti. Con tutti i dubbi, legittimi, sul rendimento effettivo da titolare in serie B (anche se non va dimenticato che stiamo parlando comunque di un '86 che in LegaPro ha fatto più di 40 gol in due stagioni) nelle prime apparizioni ha fatto vedere di essere decisamente un altro rispetto a quello "ammirato" qualche anno fa. 

Abbiamo un portiere di prospettiva come Bardi e in B una difesa con gente come Knezevic, Perticone e Miglionico non è da tutti. A centrocampo peccato per aver perso Surraco e Iori (andati a rinforzare peraltro una diretta rivale) ma se Barone torna ad essere un giocatore di calcio e Genevier regge non siamo da buttare. Forse qualcosina in più in mezzo al campo andava fatta proprio in virtù del fatto che fisicamente i due suddetti non danno le dovute garanzie ma i giovani pimpanti rincalzi, Bigazzi su tutti, lasciano ben sperare.

Davanti, detto di Paulinho, Dionisi garantisce corsa, impegno e sportellate. Certo, facesse qualche gol in più non sarebbe male. Russotto è un trequartista dai piedi buoni sarà utile e Piccolo va a rimpolpare un reparto che era pericolosamente sguarnito. Senza dimenticare Dell'Agnello che resta comunque uno dei giovani più promettenti in assoluto.

Poi c'è il Novello. Se Spino non lo importuna e la squadra lo segue magari non ci divertiremo dal punto di vista estetico ma di certo lotteremo, combatteremo e faremo la faccia dura. E come insegna il grande Osvaldone Jaconi ai livornesi (tanti e giovani in rosa, fattore non da poco) piace così. Il vero 'bomber' probabilmente è lui.

BENE CON LA SAMP, ORA SOTTO CON I MOLOSSI

Ha un bel dire il tecnico della Samp Atzori nel dire che la sua squadra ha avuto il pallino del gioco per due terzi del match. Anche perché durante questo "dominio" i blucerchiati non si sono resi molto pericolosi. Al contrario il Livorno nel "terzo di partita" a suo appannaggio ha creato tre nitide palle gol soffrendo solo nel finale. La partita è finita 0-0 e, diciamocelo, è stata decisamente bruttina. Ma chi se ne frega. Dopo la vittoria di Crotone un pari con la corazzata doriana è decisamente un ottimo risultato, soprattutto per come è maturato, con tanta grinta, nessuno che tira indietro la gamba e una tifoseria che timidamente sta ritrovando l'entusiasmo perduto. Unico neo la rissa  post-partita della Baracchina Rossa. Ma tant'è.


Ora per gli uomini del Novello un ostacolo rognoso ma superabile: la Nocerina. I molossi rossoneri, reduci dal pari interno col Brescia, salgono all'Ardenza con il piglio della neopromossa e quindi sarà bene fare molta attenzione. Attacco da inventare con Dell'Agnello ko (Accardi l'ha picchiato impunemente per tutto il tempo che è rimasto in campo...) e Paulinho ancora fermo ai box. Novellino potrebbe dunque gettare nella mischia almeno uno dei due nuovi arrivi dell'ultimo minuto, Russotto e Piccolo. Ci sarà da sudare, come sempre ma una bella vittoria nel nostro fortino potrebbe davvero, finalmente, far sbocciare la passione tra la nostra gente e questa squadra.

30 agosto 2011

SFIDA ALLA SAMP

Scioperi, mercato, emiri, sceicchi e magnati russi, quante ne abbiamo sentite in queste settimane. Adesso basta. Poche chiacchiere. Il calcio, quello che conta, quello vero, tutto sudore, calci e gollettoni è già cominciato. Dopo il blitz tanto bello quanto insperato di Crotone è già scontro al vertice. La serie B entra nel vivo e tra poche ore al "Picchi" gli amaranto di mister Novellino ospiteranno la corazzata Sampdoria per un esordio casalingo che coinciderà con il primo vero big match del campionato cadetto.

Paulinho non ce la fa (infortunio vero o di mercato?) e dunque spazio all'undici che ha sbancato lo Scida. Sui gradoni dell'Ardenza si prevede il pubblico delle vecchie occasioni con forte seguito blucerchiato in città. Gli ultras Tito hanno infatti annunciato urbi et orbi che non rispetteranno il divieto e si presenteranno in massa a Livorno. Sarà partita vera.  



Le probabili formazioni

25 agosto 2011

A...URNA LIBERA

Dunque. Ieri a Montecarlo si sono svolti i sorteggi di Champions ma questo lo sappiamo tutti.

Poche storie il girone dell'Inter è decisamente abbordabile. Gasp DEVE vincere il girone. Anche coi quattro raccattati che gli restano Trabzonspor, Lille e Cska (dolci ricordi) sono ampiamente alla portata.

Il Milan ha la qualificazione in tasca. Certo magari non passerà come primo nel girone ma non penso che Plzen e Bate possano impensierirlo.


Il Napoli
nel gruppo A con Bayern, Manchester City e Villareal. Direi che anche pensare a un accesso in Europa League è mera utopia. Ma spero di sbagliarmi.


Ah, ditemi subito a quanto viene data la qualificazione agli ottavi dell'Apoel Nicosia. La quota dovrebbe essere buona ed è una scommessa che ha un suo perché. Il gruppo G è equilibratissimo, verso il basso ma equilibratissimo. Hai visto mai.

17 luglio 2011

LA MESSiA E' FINITA

Ma come? Messi non era il giocatore più forte della storia del calcio? Non era ormai più forte di Maradona? Com'è possibile che l'Argentina con tale fenomeno in squadra non sia in grado di vincere nulla, nemmeno una misera Coppa America giocata in casa? Ah già, ma ora diranno che era rotto, la squadra non lo ha sorretto e il ct non capisce una mazza.
Dunque, vien da pensare, che il contesto allora conta qualcosa. 

Possiamo allora dire che è il Barça a fare Messi e non viceversa? Possiamo ribadire che la sagra di palloni d'oro piombata sulla Pulce è quantomeno discutibile? Possiamo dire, Pibe perdonali per averlo solo pensato, che, almeno per il momento, Messi è lontano anni luce da Maradona?


Perché, è bene ricordarlo,
Diego queste partite le vinceva anche con una gamba sola... 

11 luglio 2011

CARA GAZZA NON CI SIAMO

Il nuovo sito della Gazzetta è orribile. Nessun contenuto nuovo, solo una home decisamente più pesante, pessima da navigare, con l'aggravante della rinuncia allo storico colore rosa.

Un restyling teso soltanto a dare più visibilità ai banner pubblicitari. Capisco il momento difficile (è aumentato di 20 cent anche il cartaceo,
scelta contestata dal CdR) ma in termini di qualità la perdita è secca.

8 luglio 2011

PREMIO STREGA IN TV: UN DISASTRO

Ieri sera con un occhio chiuso e uno aperto ho visto la finale del premio Strega in tv. A prescindere dall'aspetto letterario...per quel che mi riguarda è stato l'evento più antitelevisivo mai visto sul piccolo schermo. Il conduttore (il malcapitato Gerardo Greco) che parla e nessuno che lo caga, tutto il pubblico che si fa i cazzi propri e le votazioni alla barrocciaia che nemmeno miss Pancaldi. Con chicca finale: il vincitore, Edoardo Nesi, viene premiato PRIMA della comunicazione ufficiale dei risultati e della proclamazione. Chapeau!

5 luglio 2011

GIACINTO FACCHETTI. UNA PERSONA PERBENE

Magari lo scudetto non andava assegnato. Magari qualche magagna, qualche furbata, c'è stata, soprattutto in quei giorni del 2006, anche in casa nerazzurra. Ma... 

Giacinto Facchetti era una persona perbene. Lui era uno pulito. Uno dalla moralità cristallina e trasparente. Universalmente riconosciuta. Lui gli arbitri non li chiudeva nello sgabuzzino. Lui non concordava le griglie. Lui non decideva né il calciomercato né le convocazioni in Nazionale. Al massimo scambiava due battute per qualche biglietto. Ecco.

Ultimamente, qualcuno con le mani sporche di merda pur di salvare il suo didietro marrone non ha esitato a gettare fango e sterco su Giacinto.  Su una delle personalità più alte del calcio italiano e mondiale. 

Su un morto. Solo schifo e disprezzo per queste persone.


Schifo e disprezzo. 

5 giugno 2011

DIALOGHI LABRONICI: IL POLPO E L'EMPOLESE

Scogli piatti, 4 giugno dùmilaundici

Antefatto | I bimbi, tutti abbondantemente negli 'anta e per la grande maggioranza già neri come tizzoni, sono in acqua che ironizzano sul loro "pallore" (evidentemente insoddisfacente per i loro standard...) paragonandosi a quanto di più bianco offra l'ambiente circostante. No, non è il latte: sono i fiorentini.

Chiameremo i protagonisti di questo allegro dialogo con du' nomi di fantasia(?): Yuri e Igo'.


Y
. - Ma te telo riordi l'empolese dello scorso anno?
 I. - Vello der porpo?
Y. - Dè
 I. - Dè gli s'attaccò propio addosso, tutto intorcinato alla 'aviglia.
Y. - E 'un se n'era nemmeno accorto...
 I. - Ma poi lo prese?
Y. - Lo prese sì, solo che poi lo ributtò in mare...
 I.- Noooooo...
Y.- Vedrai che se erano fagioli 'un li ributtava... (risata tonante)

Immersione =)

20 maggio 2011

BENETTON, CHE SINFONIA!

La prova del nove è superata. Nell'ultima gara della stagione contro Edimburgo il Benetton Treviso, sponsorizzato Max, ha concluso la sua prima stagione in Celtic League con una bella vittoria. La nona. Una sinfonia cominciata all'esordio assoluto, contro gli Scarlets, e che prima dell'acuto finale ha visto cadere, sempre nel fortino del Monigo, squadre di prima fascia come il Munster capolista, che tra poco più di una settimana si giocherà il titolo nella finale di Limerick contro l'Ulster, e il Leinster finalista di Heineken Cup. Alla fine della corsa guardando la classifica non si può che essere soddisfatti. I Leoni hanno chiuso il campionato al decimo posto con 38 punti, a stretto contatto con il gruppo di metà classifica.

Non male per una matricola che, non dimentichiamolo, quando vi fu l'apertura di questo campionato alle squadre italiane, non doveva nemmeno partecipare. Fortunatamente le beghe politico-diplomatiche lasciarono poi spazio al buonsenso. Una decisione saggia, come confermato dal campo. Un'esperienza quella della Celtic, fondamentale non solo per i Leoni ma per tutta la palla ovale italiana. Giocare in un campionato così competitivo è infatti il modo migliore per far crescere le nostre giovani promesse. Soprattutto in chiave azzurra.

Sotto questo punto di vista il bilancio è decisamente incoraggiante. Due nomi su tutti: Tommaso Benvenuti e Edoardo “Ugo” Gori. Ragazzi che si sono imposti all'attenzione generale con grande personalità e che in occasione dell'ultimo Sei Nazioni hanno dimostrato di poter diventare pilastri della Nazionale del futuro. Tutto rose e fiori dunque? Quasi. Come in tutte le cose qualcosa da migliorare c'è. Il rendimento in trasferta per esempio. Eccezion fatta per il blitz di Capodanno alla Zaffanella nel derby contro gli Aironi il Benetton lontano dal Monigo ha incassato solo sconfitte. I primi punti bonus conquistati in terra celtica nelle ultime gare stagionali sono però un biglietto da visita decisamente incoraggiante per la prossima stagione.

Difficile invece avere troppi rimpianti per l'avventura in Heineken Cup. Un girone troppo duro per il XV della Marca, non abituato ad affrontare nel giro di pochi giorni due-tre partite contro i top team europei.

Ora l'appuntamento è per il 2011-12 con la convinzione che sì, il Benetton in questo campionato ci può stare e può dire la sua. Alla grande.

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6 maggio 2011

GIRO, SFIDA AL "PISTOLERO" CONTADOR

Sarà un Giro nel segno dei 150 anni dell'Unità d'Italia quello che prenderà il via domani dalla reggia di Venaria, culla del potere sabaudo. Un'edizione che, doping permettendo, sembra promettere veramente bene. I big ci sono tutti. E vogliono vincere.

Il primo della lista è sicuramente lo spagnolo Alberto Contador, già vincitore della corsa rosa 2008 e dominatore delle ultime due edizioni del Tour de France. Il corridore che quando vince non alza le braccia al cielo ma "spara'" è braccato dall'antidoping per colpa di una bistecca sospetta che potrebbe costargli la prossima Grande Boucle ma al Giro comunque ci sarà. E' lui il grande favorito. E i nostri? Ci sono e possono dire la loro. Dopo essere salito sul podio l'anno scorso e aver vinto la Vuelta per Vincenzo Nibali è giunta l'ora della consacrazione. E' la sua grande occasione. Grandi speranze le nutre anche Michele Scarponi. A sfidare Contador però non saranno solo ciclisti nostrani.

Ci sarà il russo Denis Menchov, che un Giro l'ha già vinto, senza dimenticare un altro iberico che nelle grandi corse a tappe dice sempre la sua: Carlos Sastre. Tra le possibili rivelazioni occhio al ceco Roman Kreuziger, il suo nome ai profani delle due ruote non dice molto ma tra gli addetti ai lavori se ne parla un gran bene e questo Giro d'Italia potrebbe essere il suo definitivo trampolino di lancio. Gli assenti, come si suol dire, hanno (quasi) sempre torto. Se possiamo perdonare l'ultimo vincitore della corsa, Ivan Basso, che ha deciso di non difendere la maglia rosa per puntare tutto sul Tour de France, non possiamo dire altrettanto di chi resterà a casa per squalifiche e/o sospensioni legate al doping.

L'ennesima inchiesta ha tagliato tre possibili protagonisti come Damiano Cunego, Alessandro Ballan e Marzio Bruseghin. Chi invece si è fatto fuori da solo (e non è un modo di dire, stava davvero per farsi fuori con un'autotrasfusione artigianale) è Riccardo Riccò, recidivo, che con le sue sacche di sangue nel frigorifero di casa, manco fossero vasetti di yogurt, si è buttato via.

Ma il Giro non è solo la lotta per la maglia rosa. E' l'entusiasmo, nonostante gli scandali, della gente sulle strade, è la fatica dei gregari (a proposito, siamo curiosi di vedere in questa veste un ex capitano come Danilo Di Luca), sono i duelli gomito a gomito tra i velocisti, la gloria per una vittoria in un tappone di montagna: quest'anno il menu “offre” il Sestriere, il Mostro Zoncolan e un'affascinante scalata sulle pendici dell'Etna. Tutto è pronto, in sella, si parte.

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4 maggio 2011

LA RETORICA PRO BARCA HA STUFATO

Busquets, noto totem del ferplei, controlla che tutto vada per il verso giusto...
Parliamo di Champions? Ok, parliamo di Champions. Posto che, personalmente, i quarti di finale non si sono mai disputati andiamo direttamente a Wembley. La prima finalista è il Barcellona che, con tutta probabilità, si troverà di fronte come due anni fa il Manchester United.

Lo dico subito. Non sono un esaltato barcelonista. Il bel calcio non è necessariamente possesso palla, voler entrare in porta col pallone non è un pregio, anzi. Senza analizzare nel dettaglio la doppia sfida con il Real Madrid si possono comunque fare un paio di riflessioni di carattere generale:


Al Barcellona, piaccia o meno, una spintarella nel momento del bisogno non la si nega mai (Ovrebo grida ancora vendetta...). E questo è un peccato visto che sono i più forti dell'universo mondo. O no?


Chi si loda s'imbroda. Lo stile Barça tanto sbandierato da blaugrana e media è solo ipocrisia e pure della peggior specie. Loro non parlano dell'arbitro ma lo scorso anno dopo i tre schiaffi presi a San Siro non mi risulta che siano rimasti muti. La prima polemica sugli arbitri nella semifinale contro il Real è dell'ineffabile Pep. E poi loro sì che sanno sportivamente accettare la (rara) sconfitta. Con gli idranti sparati a mille per esempio. O con le manifestazioni di affetto di quei burloni di Busquets e Valdez


Ora, detto questo, non sono certo così sciocco dal negare che il Barça
è una squadra fortissima con alcuni giocatori di valore assoluto (far giocare insieme gente come Messi, Xavi, Villa, Iniesta, Mascherano non è da tutti) che gioca un calcio a tratti spettacolare. Ma da qui a esaltarli come gli unici degni di rappresentare questo sport ce ne corre. Perché, è bene ricordarlo, ognuno ha il suo stile e gioca secondo le sue potenzialità e convinzioni. Con pari dignità. Il contropiede, per fare un esempio, è un'arte nobile, marcare a uomo una tattica efficace. 

Certo, il Barça è una società forte, ben strutturata, con una
cantera impressionante e una sua filosofia (Es mas que un club per l'appunto) che peraltro apprezzo molto ma è anche la società che per prendere Ibrahimovic ha sbolognato uno come Eto'o ricoprendo d'oro l'Inter salvo poi fare marcia indietro dodici mesi dopo. 

Dunque, ve lo chiedo per favore, non menatecela con il Barcellona e risparmiatevi
pistolotti pregni di paroloni come esempio, lezione al mondo, inno al calcio, spot per lo sport e altre "leccate". 
Sono forti, e va bene, ma non sono mica i Cavalieri dello Zodiaco in difesa del Pianeta Pallone...

2 maggio 2011

ILLUSIONI

Stamattina mi sveglio e sento Sky in fibrillazione. Con l'orecchio sonnolento e l'occhio cispioso capto le parole "finisce un'era", "l'hanno ucciso", "la vittoria del bene sul male". 
Scatto di soprassalto, vuoi vedere che...invece nulla.

Era solo Bin Laden.

16 aprile 2011

NO COMMENT

Il "Picchi" è ormai diventato terreno di conquista per chiunque. Nell'anticipo del venerdì anche il Crotone  si è portato a casa l'intera posta. Abbiamo preso due gol che ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere: il primo da centrocampo su rinvio sbilenco del sempre più goffo De Lucia che nell'occasione cade pure l'altro su buco clamoroso della difesa con annessa dimostrazione pratica del manuale del calcio alla voce "Cose da non fare mai"

Un'occhiata alla classifica e subito mi corre un pensiero; meno male che il buon vecchio Bepi ha raccolto almeno la quota salvezza. 
Tempi grami, molto grami, come i malinconici gradoni dell'Ardenza. 


Sempre più muti, sempre più vuoti.

28 marzo 2011

PRONOSTICI ERRATI

In un post su Facebook mi ero sbilanciato prevedendo una vittoria del Livorno nel posticipo del Granillo contro la Reggina. Invece è finita 1-1. Il mio comunque non era ottimismo immotivato bensì una presa di coscienza della psiche dei Nostri, abili a fare punti nei cosiddetti scontri diretti (Atalanta, Torino, Reggina, Novara)  per poi dilapidarli, rovinosamente, contro le squadre di seconda fascia (Grosseto, Triestina, Portogruaro, Cittadella, Sassuolo).

Le prime cronache raccontano di una prestazione dignitosa. Siamo andati in vantaggio con Dionisi poi, complici alcuni cambi cervellotici di mister Monzon, abbiamo subìto il ritorno dei calabresi e il pari di Bonazzoli. In un campionato normale un punto a Reggio è comunque un buon risultato. In caso di arrivo a pari punti siamo avanti noi. Non è poco.

Ma questo (mediocre) torneo di normale non ha niente. Classifica e calendario parlano chiaro, regalare punti è la regola di questa serie B. Una cosa la giornata di oggi però l'ha detta: i playoff si faranno e in serie A diretta andranno, come da pronostico, Atalanta e Siena. Il Novara rischia grosso, il Varese ormai è lì.

22 marzo 2011

CUCCHIAIO AMARO

Generosa, inconcludente e anche un po' sfortunata. L'Italia chiude con una sconfitta il Sei Nazioni 2011. A Edimburgo, nel tempio di Murrayfield, la Scozia ci batte 21-8, conquista il suo primo successo nel Torneo e, complice la differenza punti, ci lascia ultimo posto e… cucchiaio di legno.
Una sconfitta che brucia perché gli azzurri non avevano giocato male. Dopo il vantaggio scozzese firmato dal cecchino Paterson l'Italia aveva rialzato la testa grazie a una splendida meta firmata da Masi. Poi il duello tra calciatori: il nostro Bergamirco contro il glaciale Paterson. La sfida la vince lo scozzese ma l'azzurro non demerita affatto. Ed è proprio una sua realizzazione a permettere all'Italia di andare al riposo in vantaggio. Ma che la giornata non fosse dipinta d'azzurro lo si era già capito nel finale di tempo quando Masi, di gran lunga il migliore in campo, lascia la contesa per colpa di un infortunio.
La seconda frazione per l'Italia è un'agonia. La Scozia si scuote, noi non ci siamo. In meno di 10' i Thisles vanno in meta due volte con De Luca e Walker. Paterson, che non per caso è il più prolifico realizzatore nella storia della nazionale scozzese, non sbaglia un calcio mettendo il sigillo sul definitivo 21-8. Il nostro Sei Nazioni finisce qui.

Il ct Nick Mallett alla fine valuta positivamente gara e Torneo: «Abbiamo fatto belle gare, più di cosi era difficile fare, rispetto a un paio di anni fa siamo migliorati. Sono orgoglioso della crescita di questa squadra – ha detto il ct - non è facile vincere in Scozia, però abbiamo giocato all'estero allo stesso livello o quanto meno vicino a quello con cui abbiamo giocato le gare in casa».

Per l'Italia è stato un Torneo dai toni chiaroscuri. Battendo la Francia e giocandocela alla pari con scozzesi, irlandesi e gallesi, abbiamo dimostrato a tutti gli scettici che sì, meritiamo questo palcoscenico. D'altra parte però non possiamo dimenticare la “conquista” del quarto cucchiaio di legno consecutivo. Doveva essere il Torneo della svolta: non c'è stata. A settembre in Nuova Zelanda ci sono i Mondiali, obiettivo dichiarato, superare per la prima volta il turno eliminatorio. Salvo clamorose sorprese, ce la giocheremo con l'Irlanda. Possiamo farcela.


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10 marzo 2011

CACCIUCCO DI CHAMPIONS / 2

Il cavaliere inesistente
Il Milan è fuori dalla Champions, viva il Milan! In un doppio confronto in cui il Tottenham ha mostrato tutti i suoi limiti nonché la sua Bale-dipendenza i rossoneri non sono stati capaci di segnare lo straccio di un gol. Anzi, accidentalmente lo hanno preso in contropiede e i 90' di White Hart Lane non sono bastati per rimontare. Però almeno i supplementari ci stavano. Ma, come dice il buon Josè, questo è il torneo in cui i dettagli sono decisivi. E lui sa come si vince la Coppa dalle grandi orecchie. 
Ibra? Ah già, c'era anche lui...


El Blanco
Nell'altra gara della serata passa lo Schalke 04. In chiave ranking è il colpo di grazia del calcio tedesco a quello italiano. Ma non vorrei scrivere di freddi coefficienti. Dato che sono un romantico mi intriga molto pensare che il buon Raul possa andare più avanti della Casa Blanca che l'ha sfrattato. Senza dimenticare che con Pippo fuori causa l'allungo (al momento lo spagnolo è avanti di un gol, realizzato nell'andata al Mestalla) nella classifica dei bomber di coppa di tutti i tempi è possibile. Che poi diciamoci la verità: conoscendoli quei due potrebbero andare avanti per sfinimento e giocare fino a cinquant'anni. Basta che ci sia una squadra, fosse anche il Bnei Yehuda o la Torpedo Zhodino, pronta a regalargli qualche minuto di coppa!

9 marzo 2011

CACCIUCCO DI CHAMPIONS / 1

«Che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, 
colpo d'occhio e velocità d'esecuzione»
La Roma è penosa, l'Arsenal è una squadra di merda. Van Persie è uno stupido, Wenger un incosciente, Borriello un tamarro, Busquets non vale mezzo Mariga. Lo Shakthar se non trova corazzate può fare ancora strada. 


Il Barça, vado controcorrente lo so, si qualifica ma secondo me esce molto ridimensionato da questi ottavi: se Bendtner non si divorava quella palla gol enorme nel finale...


Detto questo, ma avete visto che razza di gol ha fatto Messi? Cartolina per il giuoco del calcio, signori miei. Il rigore è solo il francobollo che spedisce il Barcellona ai quarti. Fondamentale, certo, ma la lettera d'amore Leo l'aveva già scritta.

Sullo scaffale...