11 marzo 2013

IN MORTE DEL PRESIDENTE CHAVEZ

Se ne è andato un personaggio complesso con luci e ombre ma, al netto di qualsiasi opinione, un protagonista assoluto della politica in America Latina degli ultimi vent'anni. La sua presenza ha sicuramente ostacolato l'espansionismo yankee e con la sua scomparsa niente sarà più come prima. Una scossa enorme per il Sudamerica. Geopoliticamente un punto di svolta.

Dispiace vederlo in questi giorni “bollato” superficialmente come un caudillo da una stampa occidentale che forse avrebbe preferito un bel generalissimo assassino pronto ad affamare il suo popolo e a regalarci il petrolio. (S)fortunatamente Chàvez non era niente di tutto ciò. Certo, era un ex militare, un uomo con un ego spropositato e un fautore del teorema dell'uomo solo al comando. Ma è anche colui che con il petrolio ha provato a risollevare un Paese e, forse, un continente. A che prezzo lo vedremo ora che non c'è più. Saprà il Venezuela camminare con le sue gambe? Oppure il sistema chavista di cui tanto si è parlato, una volta scomparso il suo creatore e artefice, farà piombare il Paese nel baratro?

Vediamo che succede e speriamo bene...


PS. Intanto, nel silenzio assordante della politica italiana, troppo presa da grilli e bambolotti, giova ricordare le parole di commiato di François Hollande, non proprio un comunista da centro sociale: «Al di là del suo temperamento e dell'orientamento che non tutti hanno condiviso Chavez ha espresso una volontà innegabile di lottare per la giustizia e lo sviluppo. Sono convinto che il Venezuela saprà superare questo test nei confini della democrazia e della pace»

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